Luigi il Grande Rex Hungariae. Guerre, arti e mobilità tra Padova, Buda e l’Europa al tempo dei Carraresi.

 

Il progetto intende approfondire le relazioni politiche, diplomatiche, militari e culturali tout court tra la signoria Carrarese e la corte ungherese, con particolare, ma non esclusivo, riferimento al periodo di Francesco il Vecchio (signore di Padova dal 1350 al 1388) e Luigi il Grande d’Angiò (sul trono d’Ungheria dal 1342 al 1382). I rapporti che il sovrano intrattenne con la penisola italiana furono molteplici e continuativi nel corso della sua reggenza e generati in primis da motivazioni di tipo familiare-dinastico: è questo il caso dei legami con l’ambiente napoletano, sfociati poi nelle guerre condotte contro la cugina e cognata, Giovanna I di Napoli, moglie del fratello di Luigi, Andrea d’Angiò, e responsabile della sua uccisione nel 1345. Tale accadimento, che spinse il re ungherese a scendere in Italia per rivendicare i suoi diritti sulla corona angioina partenopea, fu anche l’occasione di un primo contatto con i da Carrara, nella fattispecie con Jacopo II, che gli accordò il permesso di transitare nel territorio padovano, con tappa a Cittadella nel 1347. La conoscenza che venne a crearsi, in quella circostanza, tra i Carraresi e il re dovette trasformarsi in un legame più saldo nel corso della signoria di Francesco il Vecchio, a fronte delle ostilità con Venezia, nemico comune ad entrambi. Sono note da tempo le parole con cui i Gatari tratteggiarono l’insorgere della guerra, l’aiuto finanziario dell’ungherese e le scorribande del suo  capo militare, il Voivoda, nel Veneto contro le truppe della Serenissima; più recente è la scoperta di una sala, nel castello carrarese, interamente decorata con l’araldica ungherese (DAL ZOTTO 2009), a imperitura memoria della gratitudine, e dell’orgoglio, che i signori di Padova manifestarono nei confronti del loro illustre alleato.

Se furono quindi motivazioni di tipo bellico a determinare una forte connessione tra le due corti, non va dimenticato che anche un’accorta politica matrimoniale ebbe il suo peso nel rinsaldarne i legami: è il caso delle nozze organizzate nel 1372, su esortazione di Luigi, tra Caterina da Carrara e Stefan Frankopan, conte dell’isola di Veglia, territorio allora dipendente dalla corona d’Ungheria. Si può quindi presumere che i rapporti non si limitassero a questi soli aspetti: tangenze culturali più profonde, e ancora tutte da indagare, andarono a consolidare un’alleanza nata sui campi di battaglia e per via matrimoniale. Si pensi, per citare un esempio, al noto manoscritto di Tito Livio, Ab Urbe Condita, Decades III, IV, I (Biblioteca Apostolica Vaticana, Arch. Cap. S. Pietro, C.132), miniato a Padova negli anni ’40 del Trecento, appartenuto poi a Francesco il Vecchio da Carrara e passato quindi alla biblioteca di Luigi il Grande, come dimostra la presenza dei cimieri carrarese e ungherese sotto lo stemma cardinalizio di Giordano Orsini, che ne fu l’ultimo proprietario (GIULIA SIMEONI, I manoscritti medievali illustrati dell'Ab Urbe condita di Tito Livio: il caso del codice Arch. Cap. S. Pietro C 132, in corso di stampa negli Atti del convegno Livius Noster - Padova, 6-10 novembre 2017): indice di scambi intellettuali e della mobilità degli oggetti e dei libri, insieme a quella delle persone – ambasciatori, diplomatici, vescovi, frati, studenti, letterati, artisti, mercanti... – che li traevano con sé e a quella delle idee di cui erano portatori.
Date queste premesse, il campo d’indagine si viene a configurare come articolato e interdisciplinare: la ricerca, condotta da un team di studiosi ed esperti di varia formazione (storici, linguisti, storici dell’arte e della musica) e appartenenti a diversi Dipartimenti e Centri dell’Università di Padova ed enti e associazioni del territorio, potrà inoltre avvalersi della collaborazione di partner ungheresi, in particolare, fin da ora, le proff. Máté Ágnes (italianista dell’Università di Szeged) e Csukovits Enikő (storica della dinastia angioina alla Magyar Tudományos Akadémia-Accademia Ungherese delle Scienze e curatrice del volume miscellaneo L’Ungheria angioina, Roma 2013), oltre che di altri specialisti di araldica, numismatica ecc. che verranno contattati in un secondo momento.
Punti nodali dell’indagine saranno, da una parte, la ricognizione del materiale archivistico, con il fine di individuare notizie che permettano di gettare nuova luce sui rapporti tra Padova e l’Ungheria già delineati dalle fonti e dalle cronache, dall’altra la definizione dei diversi aspetti della committenza culturale sortiti da tale rete di relazioni. Non mancherà inoltre uno sguardo più ampio sui rapporti magiaro-padovani che, partendo dalla congiuntura trecentesca appena descritta, tenga conto dei suoi prodromi e delle ricadute successive, per coglierne la complessa articolazione e gli ulteriori sviluppi che, per alcuni aspetti, giungono fino ai giorni nostri.

Duration 

2019 - 2021

Researcher

Franco Benucci